Sputo verso un giornalista: quando la politica non è più tale.

Sputo verso un giornalista

Il gesto gravissimo dell’On. Sandro Principe (Pd) ai danni di Antonio Ricchio (Corriere della Calabria) è sicuramente la fotografia di come -nel corso degli anni- sia passata sempre di più l’idea che “ai politici è concesso tutto”, che gli si possa perdonare di tutto. Per fortuna molte coscienze si stanno svegliando e questa idea malsana sembra andare scemando nella testa degli elettori; ciò che meraviglia è che ancora non lo abbiano capito i politici.
Cosa passa nella mente di un politico, di qualsiasi livello egli sia, per arrivare a lanciare uno sputo ad un giornalista? Dove si poggia questa arroganza che è frutto di una mania di onnipotenza ormai solo immaginata da taluni che ancora non accettano di doversi mettere da parte per lasciare il posto alle nuove generazioni? E come si esprimeranno i vertici del partito al cospetto di simili comportamenti?
L’elettore deve potersi scegliere i candidati da votare e questi ultimi devono rispondere di tutto il loro operato, comportamenti incivili compresi, ecco perché l’augurio e che non venga propinata una nuova Legge Elettorale mortificatrice come la precedente, che non si assecondino i “capricci” di qualcuno, e le “esigenze” di qualcun altro, volti a salvaguardare gli interessi personali di pochi imponendoci candidati (che puntualmente poi vengono eletti) spesso incapaci e pronti a vendersi per pochi spiccioli. Un Cittadino ha il diritto di potere scegliere i candidati da votare, e questo diritto costituzionale deve essergli garantito, sebbene ad approvare la nuova Legge saranno Parlamentari eletti con un sistema elettorale ormai ufficialmente riconosciuto come incostituzionale. Un Cittadino ha il diritto di premiare o punire chi si distingue di più rispetto agli altri, che lo faccia nel bene o che lo faccia nel male.

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Ma detto questo, e sottolineato che il rispetto per la stampa e per la libertà di stampa dovrebbero essere garantiti soprattutto dalla politica, non posso non notare come ogni accadimento, soprattutto quando si è sotto periodo elettorale, diventa una “causa” per la quale spendersi nel tentativo di ottenere consensi.
Quante e quali saranno le parole di solidarietà dettate dal cuore e dall’intelletto onesto e disinteressato di chi le ha scritte? O cosa si spera di ottenere mettendo in mostra una solidarietà che proviene da chi in politica ha un modus operandi non dissimile verso chi non lo condivide e lo contrasta? Mancheranno gli sputi, ma cos’ha di diverso un atteggiamento di vendetta, di prevaricazione o di superiorità che rasenta la mania di onnipotenza?
E’ facile buttare giù quattro parole di stima e di solidarietà verso una persona a cui sono stati calpestati i diritti, di qualunque natura essi siano; il difficile è riuscire a coniugare il potere, la propria posizione sociale -talvolta anche quella economica-, con il rispetto dell’altro, anche quando si tratta di un avversario o di un rivale (che non sono propriamente la stessa cosa). Il difficile è sapere essere intellettualmente onesti con se stessi e con gli altri SEMPRE, non provando a mostrarsi tali solamente quando necessità vuole che così sia.
I diritti delle persone vengono calpestati ogni giorno da ogni parte, e quella solidarietà deve essere data quotidianamente a tutti, lavorando con serietà affinché il rispetto delle persone, delle regole, dell’etica, non sia solo un cumulo di parole lanciate in rete o sulla carta stampata solo quando l’esposizione mediatica è tale da garantire una buona “visibilità”.

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