C’era una volta la Scuola… E già! Una volta in Italia c’era, la Scuola! Eccome, se c’era! Oggi sono rimasti gli edifici, in buona parte fatiscenti, con banchi e sedie di decenni addietro, lavagne su cui non si riesce più a scrivere, bagni che a chiamarli tali potrebbero persino offendersi e con carta igienica inesistente, soffitti delle aule che molto spesso vengono giù senza preavviso e che soltanto la casualità fa sì che in quei momenti i bambini non si trovino in classe. Gli uffici amministrativi sono sempre più oberati di lavoro per una burocrazia che cresce in modo direttamente proporzionale a tutti gli annunci di un suo snellimento e il personale che diminuisce sempre di più per invecchiamento e, per evitare assunzioni, si fanno continui accorpamenti.
Una fotografia che già sotto questa luce appare come un disastro di proporzioni enormi, ma che peggiora in modo esponenziale se si entra nel merito della funzione che è propria della Scuola: l’istruzione.
Le classi sono eccessivamente numerose e gli insegnanti sempre più sottoposti ad uno stress esagerato, sia per il numero di ore di attività extra (programmazione, collegio, interclasse, eccetera, eccetera…) e sia per l’ingerenza eccessiva e dannosa da parte delle famiglie, degli psicologi e di tutto ciò che interferisce in quello che dovrebbe essere il loro lavoro con gli alunni, soprattutto nella Scuola Primaria. Le riforme che si sono susseguite negli anni, poi, hanno dato il colpo di grazia nel nome dell’innovazione, della modernizzazione, dell’adeguamento ai “giorni nostri” dei programmi didattici e delle metodologie da usare, l’eccessivo proliferare di “progetti” che distraggono fortemente la didattica, il non poter dare voti bassi anche se meritati, il non poter bocciare, il non poter punire, non poter fare la “nota“, eccetera eccetera… Poi ci si stupisce che oltre un terzo dei ragazzi che escono dalle medie sanno appena leggere e scrivere, hanno scarsa conoscenza della lingua italiana, hanno difficoltà a fare i conti.
La colpa è degli insegnanti? Di qualcuno, forse, ma la colpa vera è di tutti questi cambiamenti che hanno solo peggiorato la Scuola e la società in generale. Non siamo stati capaci di preservare le cose buone e funzionanti che avevamo realizzato e non ci siano resi conto che, in nome della modernità e dell’evoluzione, abbiamo fatto solo passi indietro. È ovvio che, tra tutte le cose negative, qualcosa di buono è stata fatta, ma il prezzo che l’istruzione ha pagato in nome dell’innovazione è stato troppo alto.
Si è voluto adeguare la Scuola ai tempi moderni in tutto tranne che nel trattamento economico degli insegnanti che restano i meno pagati d’Europa nonostante lavorino molte più ore dei colleghi europei.
Tanti sentono battere il cuore e iniziano a sperare quando viene nominato come Ministro dell’Istruzione un Dirigente Scolastico o un Provveditore agli Studi. Io sarei felice di vedere Ministro dell’Istruzione un maestro o una maestra di Scuola Elementare, uno di quelli impegnati in prima linea in una Scuola di periferia a 1000 km da casa, là dove solo l’amore grande per questo mestiere riesce a fare da motore e consente ad una classe di 24 bambini di imparare a leggere e scrivere. In questo caso, forse, si potrebbe davvero tornare ad avere una Scuola capace di formare le nuove generazioni imparando ad amare l’istruzione e ad avere rispetto per chi la impartisce.