“Sciocco” pensiero di chi politica non fa.

Sciocco pensiero di chi politica non fa

Ti accorgi di quanto possa essere degradante fare politica -da quando questa parola è stata completamente travisata- dai “giochini” che fanno le persone per cercare di “ottenere” posizioni di rilievo sempre maggiori con il gioco del baratto: “appoggio in cambio di“. Non si sceglie più un ideale, ne un programma, ma solo il losco e sporco gioco delle “posizioni” che possano poi portare frutti tangibili ad personam mascherandoli come “interessi comuni“.

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Apprezzo molto quando ci sono persone, soprattutto se di un certo rigore morale, che provano ad interessarsi alla politica con i buoni propositi di “mettere ordine“, ma nel contempo mi chiedo chi gliela faccia fare, soprattutto a dialogare con chi -persone o partiti- ha altri modi di interpretare la vita personale e quella pubblica. Ci sono cose impossibili, cose improbabili e cose fattibili: credo che questa in particolare debba essere considerata impossibile, impraticabile, improponibile.
Quando arriverà il momento di entrare nei Seggi per esprimere la propria volontà, se questa è veramente “propria” e si ha la consapevolezza di ciò che si ha davanti, l’elettore saprà scegliere ciò che ritiene “il meglio“. È per questo che sono fermamente convinto che sia meglio perdere in modo “onorevole“, che vincere in modo discutibile. Niente deve essere “a tutti i costi” quanto riuscire a mantenere alta la propria dignità di persona.
Lo spirito che deve animare tutti coloro che concorrono ad una competizione elettorale, in qualunque ruolo si partecipi, deve essere quello di svolgere un servizio per la Comunità, di spendersi per far si che i diritti di tutti vengano tutelati e che possibilmente tutti compiano il proprio dovere. E’ un compito arduo già solo a doverlo pensare, immaginare, quindi ciascuno deve avere ampia consapevolezza che sarà un cammino irto, pieno di spine e di “trappole” molto spesso posizionate ad hoc da chi ha interesse a far cadere l’altro. E una delle poche cose che ho imparato dalla vita, è che quando si è abituati a “giocare sporco”, difficilmente si è in grado di diventare “puliti”. Se si è abituati a “tradire”, difficilmente si saprà essere “leali”.
I tentennamenti, le indecisioni, il “tirare la corda”, non sono sintomi positivi: ciascuno è perfettamente in grado di stabilire “cosa vuole fare da grande” senza dover necessariamente “esplorare” mezzo mondo prima di intraprendere un cammino. “Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno” Mt 5,37
Sciocco pensiero di chi politica non fa, di chi di politica non vive, per fortuna. Per fortuna, altrimenti il povero stomaco sarebbe continuamente dolorante, e non certamente per avere abusato un po’ a tavola.

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