Montalto Uffugo: “Abbiamo amministrato bene!”. E’ davvero così?

Campanile di San DomenicoDieci anni di amministrazione sotto la guida di Ugo Gravina sono trascorsi e, seppure con diatribe all’interno della coalizione che l’ha sostenuta, le stanno provando tutte per ripresentarsi compatti alle prossime elezioni e dare continuità all’azione sin qui portata avanti. L’argomento candidature nel Centro Sinistra ha trovato ampio spazio in queste settimane, sia sui quotidiani locali che sul web, perciò non credo valga la pena continuare a parlare del toto-nomi.
Questi dieci anni vengono presentati dagli Amministratori uscenti come dieci anni di buona amministrazione, ma è davvero così? Avere amministrato bene avrebbe dovuto significare anche non aver contratto così tanti debiti: “Abbiamo realizzato tante Opere Pubbliche, alcune completate, altre quasi pronte e altre in corso d’opera“… E’ sicuramente vero. Ma accanto ai tanti marciapiedi costruiti, tralasciando alcuni tratti discutibili per funzionalità e opportunità, non sarebbe stato giusto prestare anche (e forse prima) un’attenzione maggiore al fondo stradale in condizioni penose, o alla segnaletica orizzontale assente o non visibile in molti tratti dove ciò ne aumenta notevolmente la pericolosità? E’ in costruzione una pista ciclabile su cui stanno alacremente lavorando gli operai della Ditta appaltatrice, è vero. Però, a parte il fatto che la strada che va verso Parantoro non somiglia più ad una strada, ma piuttosto ad una gruviera, buche tenute insieme da tratti di asfalto, non sarebbe stato meglio utilizzare, invece che tutta la terra molliccia che si sta utilizzando per riempire il tracciato, le più consone pietre di fiume, ad esempio, che garantirebbero il drenaggio e una maggiore solidità della pista stessa? E le tre rotonde, ne vogliamo parlare? A parte quella al bivio di Taverna che è bella e funzionale, quella di Settimo lascia decisamente a desiderare per concezione e per dimensioni della sede stradale; quella più tristemente conosciuta come la rotonda “Malizia” -sorvolando sulla discutibile procedura adottata nella fase di permuta terreno/Opera Pubblica- come si fa a ritenerla “utile” per la collettività e funzionale a smaltire il traffico, se è stata posizionata ad esclusivo servizio di un complesso commerciale privato mentre il traffico vero è allo svincolo autostradale, o al bivio per Montalto Centro dove si troverà anche l’accesso alla piscina? Ah, già, la piscina, Opera della quale allo stato attuale non vedo utilità.  E non perchè non si sa quando andrà in funzione o perché non fosse buona l’idea, ma per il semplice fatto che è scoperta, quindi utilizzabile solo in determinati periodi coincidenti con la stagione buona per andare al mare che è raggiungibile con mezz’ora di macchina. Rapporto costi/benefici?

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Si porta come fiore all’occhiello la costruzione dell’anfiteatro coperto. Vero anche questo: Montalto prima o poi avrà un Teatro. Peccato che sia stato pensato e costruito (e chissà quando sarà finito) con decenni di ritardo e in un momento storico che vede in difficoltà tutti i Teatri d’Italia, compresi i tanti presenti nelle nostre vicinanze.  Come si copriranno i notevoli costi di gestione persino a teatro chiuso? E con quale metodo si era pensato di affidare la gestione e la Direzione Artistica? E per quanti anni? E con quale programmazione da realizzare, e con quali fondi? O si è pensato a questo Teatro guardando ad un Festival Leoncavallo sempre più deludente che pensa al nome “illustre” da sfoggiare e dimentica la parte più importante che è il “contenuto” del Festival e del Concorso, sempre più disertato dai Cantanti? I contrasti con il difficile e particolare carattere del concittadino Maestro Paolo Giorno hanno prevalso sul grande lavoro da lui svolto nel corso degli anni fino al suo allontanamento (anche umanamente discutibile, non solo per la perdita di una mente capace e onesta), e a seguito di ciò, nonostante un esagerato investimento economico che ha mirato non alla sostanza, ma all’apparenza, il Festival con il suo Concorso sono scivolati a livelli da sagra di paese. Non me ne vogliano coloro che misurano la riuscita di una manifestazione semplicemente con il flusso di pubblico e con gli applausi della platea. La Cultura e l’Arte rispondono a criteri che poco hanno a che fare con tutto questo, o con la politica e i calcoli elettoralistici, o con la simpatia verso un soggetto piuttosto che un altro: sono le capacità e la professionalità nel settore specifico a fare la differenza, è la critica sulle Riviste specializzate, è il passa parola tra gli Artisti.
Non sempre l’importante è “fare” qualcosa: questo può andare bene quando si esce tra amici la sera. Quando si spendono soldi pubblici bisogna ponderare le scelte, saper guardare “oltre” e avere il coraggio di fare scelte talvolta impopolari, ma utili, saper programmare cose che debbano fare i conti con i tempi di realizzazioni ed il contesto in cui si andranno a trovare quando saranno ultimate. Bisogna anche sapere “osare” nel programmare uno sviluppo socio economico in settori e luoghi dove solo un pizzico di fantasia e di pazzia possono indicare la strada da seguire.
Non sto dicendo che sia facile. Assolutamente no. Però bisogna davvero trovare il coraggio di guardare “oltre”, soprattutto nel costruire una Comunità capace di compattarsi e guardare insieme verso il futuro per non perdere più le occasioni, per non disperdere le energie creando divisioni inutili e dannose per tutti.
La politica interpretata nel corso di questo decennio, ha generato ulteriori divisioni, se mai questo fosse possibile, tra le varie componenti politiche e sociali della Città. Divisione che si ripercuote su tutta la Cittadinanza, generando ancora più confusione in un elettorato che è sempre stato completamente disunito. La disomogeneità del territorio non giustifica le divisioni che nel corso del tempo hanno portato una Città come Montalto a non avere mai ottenuto una propria rappresentanza in seno al Consiglio Regionale e ancor meno in Parlamento.
E’ difficile, sicuramente, ma guardando non tanto la Città di Rende con una popolazione decisamente numerosa, bensì un piccolo Centro quale Luzzi, troviamo che ha saputo esprimere -a differenza di Montalto- ben tre Senatori della Repubblica e diversi Consiglieri Provinciali ancor quando la Legge Elettorale era decisamente diversa da quella vigente. Sono stati l’attuale Legge Elettorale e l’ondata di protesta che ha contagiato l’Italia intera che hanno facilitato e permesso l’elezione del Senatore a 5 Stelle, non certamente l’unità di un elettorato sempre più spezzettato e vittima di una politica che ha sempre lavorato per dividere, piuttosto che per unire, spaccando famiglie, rompendo equilibri nei partiti, facendo gli interessi di se stessa e mai della Città.
Io credo che in un futuro prossimo occorrerà lavorare per risanare il Bilancio, per realizzare quante più cose possibili con le risorse disponibili, per garantire i Servizi essenziali e, soprattutto, per far si che Montalto possa diventare una Città capace di dire la sua da protagonista e non prendendo sempre le “briciole” che vengono lasciate dagli altri.
A chiunque guiderà Montalto Uffugo per i prossimi cinque anni, i migliori auguri perché possa trovare la “chiave” giusta per aprire le porte della svolta, e per dare alla Città e ai Cittadini il lustro che merita e prospettive di maggiore tranquillità per tutti, ad ogni livello.

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