Ai miei cari “ragazzi” del Laboratorio Protetto…

Così come qualcuno ricorderà, il primo giugno è stato il mio compleanno e i miei allievi del Laboratorio Protetto nel quale insegno di lunedì mattina, mi hanno festeggiato, praticamente, per tre lunedì…
Mi hanno commosso il primo giorno, quando hanno anticipato gli auguri di qualche giorno (il primo giugno era venerdì) e hanno portato dolci e bibite; poi il secondo lunedì, quando mi hanno regalato un profumo buonissimo (e hanno portato ancora dolci e bibite); e mi hanno commosso stamattina, quando mi hanno consegnato le cose più belle: le loro dediche con firma su fogli di quaderno, e una lettera delegata alla sorella di uno degli allievi e che mi permetto di riproporre per intero, per chi avesse voglia di leggerla, perché testimonia come davvero “non di solo pane vive l’uomo“. Voglio solo aggiungere che sono in quindici, sposati e non, e che -ciascuno in modo diverso- vivono tutti una situazione di disagio. Ma tutti hanno un cuore e un’anima bellissimi…
Questo giorno è un giorno particolare e importante per colui che lo festeggia, il prof. Giancarlo. Così ci uniamo tutti insieme noi del CIM, gridando in coro <<Auguri e cento di questi giorni>>.
Io, M.A., sorella e tutrice di Francesco S., voglio esprimere il mio giudizio verso questo piccolo-grande uomo. Frequentando il corso ho notato che questo uomo ha una forte forza di bontà, umanità, sincerità, coraggio e molta pazienza; con spirito riesce a sdrammatizzare ogni problema, piccolo o grande che sia, con i suoi allievi è generoso, ma con metodi professionali (come anche il prof. Enzo. – n.d.r. il collega di informatica) riesce a realizzare in ogni singolo allievo una persona quasi perfetta.

Grazie, Giancarlo! Ma io ogni tanto mi chiedo: vi ha mandato qualche Angelo? Noi siamo fortunati ad avere voi, ma soprattutto penso sia beata la vostra madre che vi ha fatto nascere. Con la vostra bontà, umanità, pazienza e professionalità, avete superato voi stesso e gli altri del CIM. Naturalmente ringraziamo e ci complimentiamo anche tutti loro che ci hanno permesso, insieme alla Cooperativa Lumen, di conoscervi, avervi con noi e, quindi, di essere qui, oggi, a festeggiare il vostro compleanno. Giancarlo, grazie di esistere. Uno come voi lo dovevamo inventare! Con la vostra semplicità, siete riuscito a dare vita a coloro che la stavano perdendo. Ora noi tutti in coro vi gridiamo con quanto fiato ci resta in gola: non ci abbandonate! Riprendete al più presto possibile (n.d.r. il Progetto e il Laboratorio) perché c’è ancora bisogno di voi, c’è bisogno del vostro amore. Avete in mano l’anima e il cuore di noi tutti, ma soprattutto di loro (n.d.r.: i Tirocinanti) che sperano (e lo speriamo tutti) che festeggeremo ancora altri compleanni insieme come oggi. E che Dio vi dia sempre la forza e il coraggio di poterci ancora sopportare e tenerci ancora per tanti anni per non perdere la vita, perché grazie a voi hanno scoperto che la vita è piena di amore e l’amore siete voi.
Grazie! Speriamo, anzi, lo vogliamo, di ritornare con voi presto. Da tutti noi, Buon compleanno e arrivederci.”

Cosa dire, lacrime a parte ben nascoste dagli occhiali scuri?
Loro attribuiscono a me meriti e qualità umane che farebbero arrossire anche un ghiacciolo al limone, però la verità è che sono io a dover ringraziare ciascuno di loro -uno per uno- perché in questo anno -trascorso senza che ce ne accorgessimo e con un triste lutto che ci ha tolto quasi subito una delle allieve (poi sostituita con altra bellissima persona)-, ad essersi notevolmente “arricchito“, quello sono io.
Il rapporto splendido che siamo riusciti ad instaurare da subito, la semplicità di ciascuno di loro, la loro disponibilità e la loro voglia di essere “abbracciati” in questo momento tanto difficile della loro vita, ha fatto si che con tutti è nato un bellissimo rapporto di amicizia genuina, senza alcuna sofisticazione, fatta di un linguaggio semplice, immediato.
Io non sono un “insegnante“, non ne ho la qualifica e, probabilmente, non ne ho neppure la capacità, ma loro in me hanno trovato quello che avrebbero voluto dal loro insegnante e questo, mi ha lusingato e commosso, per l’intera durata del Laboratorio. Sinceramente, non mi importa più di tanto se fra un anno non ricorderanno più come si faccia una foto o come si elabora su photoshop, il mio compito non era propriamente questo, seppure per questo sono stato coinvolto nel Progetto; credo fermamente che il risultato di quello che doveva essere la mia presenza in quella stanza sia scritto nella lettera che avete appena letto ed io mi sento molto soddisfatto e felice. E per quanto loro continuino a dirmi “Professò, come faremo senza di voi adesso che finisce il corso?“, sono sicuro che, adesso che il corso finisce, sarò io che sentirò fortemente la loro mancanza…
Grazie, ragazzi… vi voglio un mondo di bene!

(lunedì 25 giugno 2012 alle ore 15.18)

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