I miei dubbi sulla Costituzione.


Di recente, con una spesa a dir poco scandalosa da parte della RAI, Roberto Benigni ha dato prova delle sue indubbie capacità nello spiegare in modo piacevole cose che la Scuola difficilmente spiegherebbe allo stesso modo e con la stessa passione: la Costituzione Italiana (pochi articoli, in verità sono stati spiegati, ma certamente molto bene).
Di questa Costituzione -che io amo profondamente- ultimamente sto apprezzando alcuni articoli in particolare (il 3 ed il 53 sono i miei preferiti), ma contemporaneamente ne osservo la loro scorretta applicazione nella vita di tutti i giorni, e in molte Leggi riscontro un’evidente contrasto con la Costituzione stessa.
Lo so, “qualcuno” starà già facendo il suo commento “cattivello” dandomi del “saccente”, ma sono disposto a correre questo rischio ed esprimo lo stesso il mio parere.
Ad esempio, l’Articolo 34 -del quale ho già parlato qualche mese fa-, così recita:
La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
Sarò polemico, sarò anche “saccente”, ma la “gratuità” di cui parla questo articolo contrasta con tutti i costi che una famiglia deve sostenere per mandare a scuola i figli, a prescindere al reddito del nucleo familiare che in questo caso non può essere tirato in ballo. E quando poi, fingendo che così non sia e volendo discutere anche delle fasce di reddito, ci si ritrova un provvedimento che impone il pagamento delle quote su mensa e trasporto per i bambini, utilizzando parametri “ridicoli” solo perché un Comune evidentemente nella sua gestione predilige altre spese alla Scuola, alla Cultura e ai Servizi Sociali, mi sembra che il contrasto diventi ancora più forte con la Costituzione poiché viene “ridicolizzato” anche l’articolo 53 che parla della contribuzione alla spesa dello Stato (in questo caso dei Comuni) cui tutti devono provvedere, ma “in ragione e in misura delle proprie capacità contributive.” Ho fatto qualche simulazione sul sito dell’INPS per quanto riguarda l’ISEE di una famiglia composta da tre persone e il risultato, con casa di proprietà ed uno stipendio, mi ha lasciato molto perplesso confrontandolo con gli avvisi affissi dal mio Comune circa la mensa ed il trasporto scolastico. E per fortuna che si continua ad asserire che non siamo in dissesto finanziario, altrimenti non oso immaginare a cosa andremmo incontro (o forse lo siamo e ancora non ne siamo al corrente?)!
Per strada sono stato fermato più volte da persone che mi chiedevano “di fare qualcosa”, quasi come se io ne avessi il potere… e mi sono sentito davvero preso in giro dallo Stato, innanzitutto, perché pensavo alla Costituzione, questo “pezzo di carta” scritto con tanta passione, cuore ed intelligenza, e poi “gettato” in un cassetto e tirato fuori dalla Corte Costituzionale solo quando una legge colpisce i poteri forti, per poter sancire che quella stessa legge è “incostituzionale” e che, quindi, non è applicabile (vedi uno degli ultimi pronunciamenti circa quel contributo di solidarietà del 5 e del 10% sulle somme eccedenti gli stipendi d’oro di Magistrati e politici).
Saccente”? Può darsi, ma sicuramente non “stupido” o “incapace” di leggere e comprendere la lingua italiana con la quale la Costituzione è stata scritta…

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