Emma, “megafono” di chi soffre

Leggo su diversi post e su tanti articoli giornalistici una certa “meraviglia” nel raccontare della visita di Emma Marrone al Rizzoli di Bologna.

Non capisco: ma cosa ci vedono di strano? O cosa ci vedono di trascendentale? Stiamo parlando di una ragazza che ha vissuto sulla sua pelle un rapporto molto diretto con una malattia che colpisce indistintamente adulti e bambini e che -purtroppo- in molti casi segna l’inizio della fine.
Lei ha avuto la fortuna di ricevere in dono la vita per la seconda volta, ha avuto una nuova occasione per costruire il suo futuro e lo sta facendo con la consapevolezza che non sai mai cosa ti riserva il destino, e che in quei momenti in cui ti vedi perso, avere accanto qualcuno, ricevere conforto, o addirittura sentirsi esplodere dentro dalla gioia per una visita inaspettata e insperata, può rimettere in circolo una voglia di vivere che vale più di mille medicine.
E’ solo questo che ha fatto Emma. E dico “solo questo” non perché io voglia sminuirla, ma perché sono certo di poter affermare che lei lo ha fatto con la naturalezza con la quale io la mattina prendo il caffè, senza sentirsi un’eroina per un gesto che lei, probabilmente, avrebbe molto gradito da qualcun altro a suo tempo. Mi sarei meravigliato del contrario, e cioè se non fosse stata sensibile a queste cose, soprattutto trattandosi di bambini. La sua semplicità e la sua spontaneità sono ammirevoli e fanno di lei ciò che è, una grande artista e una grande donna.
Mi sono sembrati decisamente belli il commento che le ha lasciato un volontario del Rizzoli e le sue dichiarazioni sul Peter Pan a rischio chiusura: il primo per l’immagine che Emma dà di sé quando non calca il palcoscenico e le seconde per il suo giustissimo “intromettersi” nei problemi sociali e politici (perché in questo caso il problema è molto nelle mani della politica) perché un personaggio pubblico ha il dovere morale di essere partecipe anche della vita al di fuori del proprio settore, e di dare un contributo positivo amplificando la voce di chi lotta per i diritti dei più deboli. Il “megafono” rappresentato dalla grinta di Emma che non si sottrae mai dal far sentire la sua voce, credo che valga molto più di tanti discorsi “elettoralistici” dei candidati che stanno “sfilando” a portare una solidarietà che in questi giorni ha tutt’altro sapore.
Emma si mette in mostra”, scriveva molto ingiustamente qualcuno che evidentemente non è proprio un suo fan, ma in queste cose non si fa il tifo per il proprio o la propria beniamina, si fa il tifo per “la causa”, per i bambini e per il Peter Pan.
Brava Emma!

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