Riflessione breve

Più leggo articoli, più guardo trasmissioni televisive di approfondimento, più mi rendo conto che non si va da nessuna parte perché ognuno vuole qualcosa di diverso da quello che vogliono gli altri. Anche i migliori filosofi, economisti, liberi pensatori o cos’altro possano essere, non otterrebbero mai consenso unanime perché ciascuno “vede” il problema a modo suo, la “soluzione” a modo suo, e indica i “colpevoli” secondo il proprio metro di giudizio.
Tutti siamo troppo condizionati da ciò che ci circonda perché -tra la crisi economica, la mancanza di lavoro, la caduta dei valori e l’insoddisfazione dilagante anche tra chi “possiede” e non sa apprezzare ciò che ha, ma ricerca sempre altro- siamo portati ad osservare le cose da angolazioni diverse e non ci accorgiamo che la “mela” che abbiamo davanti è sempre la stessa mela, solo osservata da prospettive diverse: cibo essenziale per qualcuno, frutta preferita per altri, gusto non gradito per altri ancora e persino semplice “natura morta” da dipingere per qualcun altro.
E’ come un cane che si morde la coda: se non decidiamo di fermarci e osservare le cose per ciò che sono e per come devono essere per il bene comune, difficilmente vedremo cambiare qualcosa. “Paraocchi”, “fette di prosciutto” e “pregiudizi in genere” hanno sempre prodotto il nulla con contorno di cattiveria, malvagità e povertà -materiale e spirituale-.

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