Non lo so se è per la febbre…

A letto con l’influenza, forse anche eccessivamente “aperto” alla depressione, ho cercato di svagarmi un po’ sul web. Ho prima riso per la simpatica ironia di Crozza a Ballarò che non avevo visto martedì scorso, e poi ho guardato Le Iene. In particolare mi sono soffermato su un servizio che trattava i tanti suicidi dovuti alla crisi (così, giusto per rimanere in tema) e mi sono tornate in mente alcune cose che scrivevo tanti anni fa, quando di crisi non si parlava ancora, ma che mostrava già i “sintomi” di ciò che sarebbe accaduto da lì a qualche anno.
Quando dicevo che le banche avevano già cominciato a non fare più “banca”, ma che erano state troppo ammaliate dagli investimenti finanziari, quando dicevo che la pressione fiscale era decisamente troppo alta e troppo sbilanciata a sfavore della classe media e di quella che io già definivo “povera”, quando affermavo che la politica aveva definitivamente dimenticato quale fosse il suo ruolo.
Oggi le banche non fanno più prestiti e, quando li fanno, ti “dirottano” su prestiti al consumo erogati da Società Finanziarie per conto delle quali loro istruiscono le pratiche togliendosi da ogni responsabilità sul recupero del credito e -cosa più grave- facendo pagare interessi maggiori che, come banca, non avrebbero potuto applicare. E’ legale? A quanto pare si, per quanto immorale, a mio avviso. Ma io mi chiedo: è questo “fare banca”? Si può fare “raccolta” su un territorio per restituire, poi, praticamente il nulla come investimento su quel territorio stesso e le sue imprese? Si può consentire tanta “copertura” a questo sistema bancario che “non può fallire” a discapito di tante aziende oggi in difficoltà -con centinaia di operai alcune, semplici ditte individuali altre- che vengono aggredite da Equitalia perché impossibilitate a pagare quanto dovuto? Una banca che non riesce a recuperare i suoi crediti manda le somme in sofferenza e poi, per non so quali meccanismi contorti, riesce a non perderci realmente (oltre che in casi estremi, interviene la Banca d’Italia a sanare la situazione), ma chi interviene quando un’Azienda non riesce a riavere i suoi crediti? Quando i clienti non pagano? Quando la stessa Pubblica Amministrazione non paga? Si fallisce, questo succede! Si fallisce e si viene presi d’assalto da chi? Dallo Stato… quello Stato che dovrebbe essere -per Costituzione- il garante della Giustizia per tutti i Cittadini, ma che nella realtà è garante solo per i poteri forti, per le lobbyes, per la stessa classe politica e dirigente che guadagna somme spropositate ed immotivate a prescindere se c’è o non c’è la crisi. Paga sempre la gente onesta che, non sopportando di essere chiamata “evasore fiscale”, vedendosi alle strette compie gesti estremi che non risolvono il problema, ma che purtroppo diventano sempre più numerosi.
Il Fisco è iniquo, inutile provare a convincere il Popolo che non sia così: è iniquo quando ci chiede le tasse, soprattutto quelle a “quota fissa” -palesemente in contrasto con l’Art. 53 della Costituzione-, ed è iniquo quando poi le ridistribuisce, attraverso la politica, con gli stipendi, con le pensioni, con i servizi.
E la politica ha dimenticato il suo ruolo (da una vita, invero) perché non è a servizio dei Cittadini, ma a servizio di se stessa e di tutti coloro che ormai “abitano” a residenza fissa i palazzi romani.
Ma forse è la febbre che mi porta a farneticare…

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