Maggiori controlli sulle Amministrazioni.

Un ammanco di un milione e trecentomila Euro fa scattare la denuncia prima, e l’arresto poi, per due dipendenti dell’Amministrazione Provinciale di Vibo Valentia.
La cosa che forse ha stupito di più è stato il fatto che quei fondi erano destinati per i danni provocati dalle alluvioni, ma indipendentemente da questo, è gravissimo che queste cose avvengano quasi senza che nessuno se ne accorga.
Più in generale -e la cronaca degli ultimi mesi non fa che confermare questa tesi- sono i controlli spesso troppo leggeri, la trasparenza amministrativa che di “trasparente” ha ben poco, lo scarso interesse da parte delle opposizioni, l’immoralità totale che vige nella Pubblica Amministrazione vista quasi sempre come un “serbatoio” dal quale attingere denaro, direttamente o indirettamente.
Sarebbe opportuno, da parte dello Stato, prevedere una postazione fissa della Guardia di Finanza -con uomini a rotazione continua- che possa controllare l’operato sia degli amministratori che dei dipendenti, al fine di garantire il corretto utilizzo dei fondi pubblici e la massima e rigorosa osservanza delle Leggi in materia di Edilizia, Servizi Sociali, Istruzione, Sanità, Sport, ecc…
Anche la Corte dei Conti andrebbe “caricata” di ulteriori responsabilità e stimolata a maggiori e più capillari controlli sulle attività amministrative di un Ente al fine di garantire -soprattutto in tempi brevi- la corretta gestione di un Bilancio, sia in entrata che in uscita, per evitare sprechi di denaro pubblico e, come nel caso citato prima, appropriazione indebita da parte di dipendenti infedeli.
Il costante e serio controllo di ciascuna amministrazione periferica dello Stato consentirebbe, a mio avviso, un notevole risparmio sulla spesa pubblica e una migliore efficienza della macchina amministrativa e dei servizi ai Cittadini.
Spesso -quasi sempre, veramente- sono proprio i controlli inesistenti o inefficaci ad indurre amministratori e dipendenti “infedeli” a commettere il reato, persino solo a concepirlo, perché sanno che “non se ne accorgerà mai nessuno” o che “non denuncerà mai nessuno”, e che -nell’eventualità che venisse a galla il reato- ci sono mille modi per riuscire a farla franca. La “certezza della pena”, infatti, è una delle più gravi pecche del nostro Ordinamento Giuridico: “fatta la Legge, trovato l’inganno” è un detto che conoscono a memoria persino i bambini.
Viviamo un periodo molto difficile di crisi economia, politica e sociale che a mio avviso non ha precedenti perché innescata dalla spregiudicatezza dell’uomo sempre più privo di valori e sempre più attaccato al denaro e al potere. Se non si “vigila” oggi, difficilmente si potrà “aggiustare” domani, e i nostri figli riceveranno solo “una scatola vuota” come “dote” per il loro futuro.

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