“La trasparenza non è un dettaglio, ma un obbligo…”

La trasparenza non è un dettaglio, ma un obbligo per chi amministra la cosa pubblica”. Così chiosava un Consigliere Comunale IDV nel suo discorso di presentazione delle regole sulla trasparenza per le situazioni patrimoniali degli Amministratori e dei Dirigenti, e della trasparenza amministrativa più in generale (Bilanci, Delibere, Determine, Impegni spesa, Appalti, Incarichi, ecc.).
In effetti, la trasparenza amministrativa dovrebbe essere il fiore all’occhiello di chi decide di sedere in un pubblico consesso al fine di garantire ai Cittadini la massima correttezza e il miglior controllo possibile sul proprio operato.
Quando, invece, si è costretti a “non poter capire” cosa contiene -e come viene deliberato- un Atto, come vengono concepite e articolate le convenzioni con terze parti  (spesso privati), come, perché e a quali costi vengono affidati incarichi (nonché il criterio di scelta del professionista), o le ragioni che portano ad affidare all’esterno servizi che potrebbero essere gestiti direttamente dall’Ente, locali che vengono reperiti tra soggetti privati piuttosto che utilizzare con più razionalità quelli di proprietà dell’Ente stesso, fino ad arrivare ai criteri di scelta di acquisto o di alienazione di case e/o terreni e al loro controvalore di spesa o di introito da parte dell’Ente, quel “fiore all’occhiello” appassisce di brutto. Tutto questo, che dovrebbe -e DEVE- essere “trasparente” come un cristallo pulitissimo, diventa quasi sempre oggetto di discussioni di “piazza” e motivo di sospetto che possa essere un metodo per nascondere quantomeno atteggiamenti poco corretti, se non addirittura atti illeciti.
Allora per quale motivo non si rendono visibili e consultabili gli Atti amministrativi sull’Albo Pretorio online, così come prescrive molto esplicitamente la Legge? Perché rischiare di ingenerare sospetti e di vedere rese invalide o inefficaci le Delibere stesse che non hanno seguito l’iter previsto dalla Legge?
Sulla “trasparenza” del patrimonio di Amministratori e Dirigenti parlerò in altra occasione per ragioni di spazio, ma sulla correttezza amministrativa nei confronti dei Cittadini -che dovrebbe essere anche un “cavallo di battaglia”, oltre che un “fiore all’occhiello”-, una “cosetta” vorrei dirla. Perché si stipulano contratti o convenzioni con Associazioni di giovani e poi puntualmente se ne disattendono gli impegni presi? Già è poco edificante farlo con le Aziende che, avendo un presumibile consolidamento economico ottenuto nel tempo, riescono in qualche modo a sopperire ai gravi ritardi nei pagamenti, ma quando questo avviene a danno di ragazzi che non hanno alcun tipo di introito economico e che hanno preso impegni con fornitori di servizi o con persone che hanno prestato la loro opera, la cosa diventa ancor meno edificante e -oserei dire- leggermente criminale, perché si abusa dell’inesperienza e del loro giusto “credere” che i patti si debbano rispettare nei termini concordati. Questo avviene quotidianamente, salvo quando la “controparte” non è un “personaggio” che può “pretendere” di essere pagato in anticipo per prestare la sua opera. Ma così vogliamo sperare di crescere? Così vogliamo far credere ai Cittadini che sappiamo fare tante iniziative?
Chiunque mi inviterebbe a pranzo al ristorante se alla fine trovasse sempre il modo di farmi pagare il conto…

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2 comments

  • Hello, guest
  • Purtroppo come succede un po dappertutto chi governa è cosciente dell’” ignoranza ” del governato che procede inconsapevolmente sulla propria strada non sapendo che quella strada è stata tracciata da altre persone per fini diversi . Mi viene in mente il film the wall dei pink floyd che tu sicuramente conosci , in cui un esercito di persone cadeva senza rendersene conto in un enorme tritacarne.Ecco questo è quello che ci sta succedendo . Grazie anche (e parlo a a tutti i livelli politici) ad una minoranza politica che non è mai stata costruttiva, ma soltanto distruttiva, in questo contesto poi la ruota qualche volta gira quindi perchè precludersi delle possibilità. No, questa non è politica, no sono soltanto abusi che continuano ormai da tanto tempo, tanto chi se ne accorge, se siamo un gruppo di pecore che va dove li guida il pastore?

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      Hai ragione. Siamo uomini, non pecore, dovremmo ricordarcene più spesso e far sentire la nostra voce, piuttosto che il nostro “obbediente belare”.