“Emergenza” 96° Giro d’Italia

Emergenza 96° Giro d'Italia

ciclistiStrade asfaltate, buche sistemate, spazzatura rimossa… però, che potenza questo Giro d’Italia! Il ciclismo, uno sport che è diventato principalmente business, uno sport contaminato come -e forse più di tanti altri- dal doping e -non è escluso- verosimilmente anche dalle scommesse clandestine con annessi imbrogli così come accade per il calcio!
Già, magari la strada accanto a quella che ha ospitato il passaggio della gara è completamente dissestata e invasa dai rifiuti, però per chi ha la fortuna di abitare lungo il percorso della gara, almeno per un po’ può stare tranquillo. Forse dovrebbero farlo più lungo, in modo da farlo passare per ogni centimetro delle strade italiane, così avremmo costantemente l’asfalto sempre in ordine e pulizia garantita. Si, perché là dove il diritto del Cittadino può essere calpestato dall’incompetenza o dall’inettitudine delle Amministrazioni locali, il passaggio del Giro d’Italia con le sue bici e con le sue tante maglie colorate può far tornare un pizzico di normalità e di similitudine con località più vivibili.
Il Giro d’Italia ha la potenza di un ciclone, solo che la “furia” e la potenza del suo passaggio si nota già qualche giorno prima che attraversi un territorio, ricostruendo e non distruggendo il suo percorso.
Bene, sicuramente bene! Però è triste dover osservare come si trovino i soldi (pubblici e subito) per garantire lo svolgimento di una Gara, per quanto di rilevanza internazionale, e come -invece- non si riesca a far fronte alle lamentele di un’intera Città quando le strade diventano impercorribili, quando i cumuli di rifiuti diventano enormi e nauseabondi e/o anche roghi che spargono diossina nell’aria, o quando non ci sono sufficienti uomini delle Forze dell’Ordine per garantire la sicurezza di una comunità. E’ triste che anche chi nulla ha a che vedere con una manifestazione debba subire il blocco della sua vita per ore -finchè non passa la gara- senza la minima possibilità di poter attraversare poche centinaia di metri di strada per continuare il suo lavoro, o per poter andare a prendere una medicina, o farsi visitare da un medico per un malore. E’ triste che non ci sia neppure la disponibilità a “scortare” dall’altro lato della strada chi è solo rimasto involontariamente intrappolato perché non aveva percorsi o orari alternativi.
Ben vengano le manifestazioni sportive, ma non si può chiedere neppure alle Scuole di essere in prima fila a sventolare bandierine mentre passano i ciclisti, quando i bambini o i ragazzi dovrebbero essere in classe a fare il loro dovere e studiare.
La mia non vuole essere una polemica contro il Giro d’Italia o contro qualsiasi altra grande manifestazione sportiva, ma è un semplice osservare come il nostro Paese gestisca le “emergenze” in modo assolutamente diverso a seconda non della gravità, ma della “risonanza” che l’evento stesso porta fuori dalle “mura di casa”.
Oggi il Giro d’Italia, ieri i Mondiali di Calcio, domani chissà…