Disabilità e diritti negati: è morto Antonio Gorizia.

E’ morto il signor Gorizia. Da anni viveva senza la possibilità di poter uscire per via di un muro che impediva alla macchina del figlio di poter arrivare al portone di casa. Con delibera n 143 del 4 maggio 2005, veniva accolta la richiesta del figlio del signor Gorizia di abbattere la barriera architettonica. Stranamente, dopo la protesta di qualche cittadino, con delibera n 328 del 27/10/2006, veniva revocata la delibera precedente con la seguente motivazione: <<si rende opportuno revocare la detta delibera, in quanto la contrarietà manifestata dai cittadini della zona fa, comunque, venire meno l’interesse pubblico, motivo fondamentale posto a base degli interventi a suo tempo programmati>>.
Ora ci chiediamo come mai il diritto per un disabile di poter avere una vita più o meno normale non sia di “Interesse pubblico”. A nulla sono valsi gli appelli della nostra Associazione e di una coraggiosa giornalista: abbiamo trovato di fronte un muro culturale.
Salutiamo con affetto il signor Gorizia, nella speranza che non ci sia più in nessun comune del mondo un’Amministrazione come quella di Montalto Uffugo.
” Così Emanuele Lupo (Presidente del Comitato “Insieme per la salute”  di Pianette e portavoce dell’Associazione ACSSA) sul suo profilo Facebook.
C’è poco da dire quando una persona muore avendo vissuto gli ultimi anni della sua vita senza aver potuto ottenere quel minimo di rispetto che si deve (non “si dovrebbe”, ma “si deve”) ad ogni essere umano.
La disabilità, per chi non la vive in prima persona, troppo spesso diventa come un “fastidio”, come una fonte di “disturbo” per chi ha (non “dovrebbe”, ma “ha”) il dovere morale, civile ed istituzionale di provvedere a rendergli le cose più facili, i luoghi più accessibili, i servizi più fruibili. E qui parliamo del diritto sacrosanto di poter arrivare fino alla porta di casa con una piccola autovettura per spostarsi in modo dignitoso dalla propria abitazione fino ad una struttura medica o anche semplicemente per non sentirsi prigioniero delle quattro mura di casa! Stiamo parlando di una difficoltà da sanare riconosciuta -in un primo momento- con tanto di delibera proprio per far si che un cittadino (o un elettore, come si voglia chiamare) potesse avere ciò che tutte le persone cosiddette “normali” hanno, compreso il diritto di recarsi al Seggio per votare. Stiamo parlando di non far sentire un uomo come se fosse “un peso” per un figlio che, con tutte le sue personali difficoltà, è stato sempre costretto amorevolmente a prendere il padre sulle spalle e portarlo fino alla sua auto per consentirgli di spostarsi.
La protesta dei cittadini della zona fa venire meno l’interesse pubblico…”. Non ho ben capito se è venuto meno il coraggio di assumere una posizione netta in difesa di un Cittadino disabile o se è stato fatto un puro calcolo numerico (quanti -?- contro uno, anzi, contro due, padre e figlio) che nella mente “contorta” di noi Cittadini comuni e stranamente sempre definiti “sospettosi” si tramuta in calcolo puramente elettorale. D’altra parte, non è la prima volta che viene smentita una decisione presa dopo opportuni sopralluoghi e concessioni, solo per “favorire” qualcuno “più vicino” o per timore di perdere eccessivi consensi rispetto ad un diritto innegabile, ma sapientemente e incredibilmente negato.
Che tristezza! Ancora una volta devo concludere con questa amara considerazione…

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