Ciao, papà!

papàProfumi di fiori mescolati con quello della cera dei lumini accesi; silenzi rotti da passi affrettati lungo i viali e da gemiti di pianto improvvisi e brevi, or da una tomba, ora dall’altra. Incrocio sguardi di gente mai vista, di amici o parenti. Ma silenziosamente proseguo i miei passi.
Mi soffermo solo pochi istanti dinanzi ad altra gente, gente che non vive più questo mondo e che affannosamente cerchiamo lì, tra quei viali puliti e infiorati di un primo novembre qualsiasi. Osservo nomi e date su quei freddi marmi, taluni nuovissimi, altri sbiaditi dai tanti anni che hanno visto posare su di sé infuocati raggi di sole e violente piogge, venti polverosi e candide nevi. Nomi sconosciuti, nomi familiari. Foto di bimbi, giovani, anziani…
Sensazioni di amarezza, di tristezza, ma di serena rassegnazione a questa vita che muore, ma che vive altre vite di là, oltre quei marmi, porte di chissà quale mondo.
Anche tu vivi oltre quella porta, papà. Anche tu, forse, in questo momento starai guardando verso di me per chiedermi come sto, per dirmi che mi vuoi bene, che non mi hai dimenticato…
Accarezzo il tuo volto su quella foto che ti ritrae sorridente, con il tuo immancabile berretto. E’ il nostro modo di salutarci. Ciao, papà! Ci rivedremo presto.

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