Chi è “intrasportabile” può votare a casa: vediamo come fare.

disabile vota in casaForse è utile informare e/o ricordare che esiste la possibilità, per chi è impossibilitato (intrasportabile) a recarsi presso il Seggio Elettorale per patologia invalidante con prognosi pari o superiore a 60 giorni (quindi non necessariamente invalido permanente riconosciuto -infatti non viene mai chiesto espressamente dal legislatore il possesso di certificazione di handicap, art. 3  Legge 104/1992-), di fare richiesta per poter votare presso la sua dimora.
Fino a qualche anno fa ciò era possibile solo per chi era collegato e macchine salvavita tipo respiratori artificiali o similari, ma la Legge n. 22 del 27 gennaio 2009 ha finalmente ristabilito un diritto sancito dalla Costituzione che veniva negato.

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La procedura da adottare prevede una richiesta scritta all’Asl di competenza (la quale non può inviare il medico prima di 45 giorni prima della data delle elezioni). A casa verrà un medico della stessa ASL a verificare e certificare l’impossibilità a muoversi dalla propria dimora; quel certificato va allegato ad una domanda scritta rivolta al Sindaco tra il quarantesimo e il ventesimo giorno dal voto. Questi, una volta accertata la completezza della documentazione, deve includere il nominativo in un apposito elenco (distinto per Sezioni) da consegnare al Presidente di Sezione il quale, all’atto della costituzione del Seggio, deve provvedere a prenderne nota sulla lista elettorale della Sezione stessa. Il Sindaco, nel frattempo, deve rilasciare agli aventi diritto l’attestazione dell’avvenuta inclusione negli elenchi e deve pianificare il supporto tecnico e operativo da mettere a disposizione degli Uffici Elettorali di Sezione per la raccolta del voto domiciliare. A questo punto, alla data delle Consultazioni Elettorali verranno a casa il Presidente dell’Ufficio Elettorale di Sezione nella cui circoscrizione dimora il disabile, uno degli Scrutatori del Seggio -designato con sorteggio- e il Segretario a prendere la dichiarazione di voto della persona invalida. Possono partecipare anche i rappresentanti di lista che ne facciano richiesta. Il Presidente deve assicurare la libertà e la segretezza del voto.
La norma non entra nel merito delle probabilità che il disabile non sia in condizioni di poter firmare e di quale sia la procedura da adottare per la raccolta della sua volontà; di norma, in questi casi la volontà è raccolta da un Pubblico Ufficiale che , in base al DPR 445/2000, art. 4, annota la causa dell’impedimento fisico alla firma. La nuova norma non lo rammenta, né obbliga i Comuni a svolgere queste pratiche a domicilio, ma la logica suggerisce senza alcuna libertà di interpretazione -a mio modesto avviso- che si sia inteso garantire un diritto costituzionale al Cittadino disabile e che, pertanto, vada fatto tutto quanto necessario perché ciò avvenga.
Ricordiamoci che il voto è un dovere civico, ma è soprattutto un diritto inalienabile: battiamoci affinché ci sia consentito sempre di esprimere la nostra volontà, che si tratti di Amministrative, di Politiche nazionali o Europee. Con il voto si sceglie e si determina a chi affidare le chiavi della propria Città o le sorti dell’intero Paese: non lasciamo che siano gli altri a decidere per noi. Lo dobbiamo ai nostri padri che hanno combattuto per darci una democrazia che dobbiamo vivere e garantire ai nostri figli e alle future generazioni.
Buon voto a tutti.

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